Messenger Bot for business: 5 consigli utili

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Con il finire del 2016 abbiamo cercato di tirare le somme di quelle che sono state le principali novità in campo digital sia per quanto riguarda SEO e SEM, che per quanto concerne i social media.

Il mondo dei social in particolare è sempre in costante evoluzione: se pensiamo solo a quel poco che è trascorso di quest’anno ci vengono in mente le Facebook Stories, il miglioramento dei Twitter Moments, le stories perfino su WhatsApp.

Tra gli aspetti che più catalizzano le attenzioni dei vari social network è sicuramente la sempre crescente rilevanza della messaggistica istantanea. Facebook da sola possiede oggi i due canali di messaggistica più diffusi, Messenger e WhatsApp, e dichiara che ogni giorno su questi vengono inviati circa 60 miliardi di messaggi.

Come abbiamo scritto in “Social network: gli utenti sono alla ricerca dell’interazione con i brand

L’attenzione, sempre più ridotta da parte degli utenti, sta spingendo investitori e inserzionisti pubblicitari a ricercare strategie per acquisire rilevanza sul mercato, cogliendo la necessità di utilizzare i social network per soddisfare i bisogni emotivi degli utenti così da permettere al brand di costruire relazioni significative con i consumatori.

L’enorme volume di traffico accentrato sui canali di messaggistica istantanea si traduce quindi in nuove possibilità per i brand non solo per consolidare la relazione instaurata con l’utente, ma anche per offrire nuovi strumenti di acquisto. Per questo motivo, l’implementazione dei bot all’interno di Facebook Messenger diviene uno strumento ogni giorno più rilevante per quelle aziende che non vogliono perdere alcuna occasione per raggiungere nuovo pubblico e incrementare le vendite.

Messenger Bot for business: 5 consigli utili

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Non è la prima volta che trattiamo i bot di Messenger. Approfondendo alcuni dei futuri trend di Facebook in “Facebook e Google: 4 nuove funzioni che devi assolutamente conoscere”, abbiamo accennato alla crescente rilevanza di questa funzione del social:

Tech Crunch ci fornisce un dato davvero impressionante, che ci dice che ad oggi sono a disposizione più di 34.000 live Messenger Bot, creati per fornire automaticamente news e contenuto di entertainment, per aiutarci nello shopping e per intervenire come supporto clienti.

L’origine di questo interesse nei confronti dei bot su Messenger è molto semplice: con un bacino di utenti sempre crescente, le aziende, di piccole e grandi dimensioni indistintamente, hanno ormai compreso l’indispensabilità di presenziare sui social network, in particolare su Facebook. L’obiettivo non è solo quello di sfruttarne le possibilità di accrescimento della visibilità, ma anche e soprattutto quello di costruire un vero e proprio rapporto con i propri utenti. Per raggiungere questo risultato è innanzitutto necessario impegnarsi nella produzione e condivisione di contenuto di valore, che colpisca l’utente e lo spinga a mantenere con il brand un vero e proprio dialogo. Allo stesso tempo si possono sfruttare le funzioni di messaggistica offerte dai social per prestare assistenza al cliente, che contatta l’azienda per porre domande, commentare e recensire il prodotto o servizio offerto, e perché no, per lasciare delle critiche.

I Messenger Bot nascono quindi con lo scopo di aiutare nella gestione del costante flusso di messaggi in arrivo: fornendo ai clienti risposte automatiche alle domande più semplici, permettono ad esempio agli addetti al customer care di occuparsi delle questioni più complesse e di prestare una maggiore cura a problemi più seri.

Con la grande diffusione dei Messenger Bot, i possibili utilizzi sono sempre più vari: andiamo ora a vedere 5 diverse modalità di impegno di questo strumento.


  • Sono al servizio del Customer Care

Come abbiamo visto, il principale uso dei bot all’interno della messaggistica di Facebook è proprio quello nell’assistenza interna agli sforzi impegnati nel customer care. I bot sono in grado di offrire risposte  immediate alle domande espresse più frequentemente e di gestire autonomamente i problemi più comuni.

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Possiamo fare due esempi. Come ci insegna la Hyatt, le catene di alberghi, soprattutto quelle di categoria più alta, vantano storicamente una grande cura e attenzione verso il cliente. Con lo sviluppo di nuove tecnologie, sfruttare Facebook è divenuto una naturale evoluzione di questo impegno: è indispensabile utilizzare questi nuovi canali per garantire lo stesso livello di eccellenza nell’assistenza ai propri ospiti, se non addirittura ampliarne le possibilità.

Un secondo esempio è Domino’s Pizza, che intercetta la necessità del cliente di conoscere lo stato del proprio ordine, e, senza passare da un addetto che interagisca in prima persona con l’utente, fornisce tramite bot la possibilità di ordinare e di tracciare la consegna.

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È importante che al cliente sia sempre chiaro che sta interagendo con un bot, che non deve mistificare la sua natura: l’utente non deve sentirsi ingannato. Inoltre, poiché è sempre possibile che il bot di assistenza non sia in grado di fornire una risposta a tutte le necessità dell’utente, è fondamentale che sia sempre indicata la possibilità di contattare un addetto all’assistenza.


  • Offrono all’utente contenuto personalizzato

Le possibili applicazioni dei bot non si esauriscono però con il customer care: alcune aziende li utilizzano come veicolo privilegiato per mostrare contenuto, e quindi i bot diventano direttamente un’occasione di estensione della loro strategia di content marketing.

Qui l’obiettivo non è la vendita, ma la diffusione di contenuto mirato e di qualità. In questo caso sarà importante indicare sempre al cliente che è entrato in relazione con noi tramite il contenuto offerto, dove e come può contattarci, e includere dove possibile un menu di consultazione.

Possiamo osservare il caso di Whole Food, che propone un bot che aiuti gli utenti a trovare nuove ricette. Chiedendo un tipo di ricetta generico, il bot fornisce suggerimenti e consigli, e poi prosegue a perfezionarli attraverso domande specifiche. Una volta che l’utente ha scelto una ricetta, il chatbot lo rimanda direttamente al sito. In questo modo si giunge, offrendo contenuto di valore su un canale social media, a generare traffico sul sito.

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  • Aiutano nelle vendite dirette

Per le occasioni di vendita più semplici, i Messenger Bot possono essere un efficace strumento per mostrare il nostro prodotto o servizio, o per assistere l’utente all’acquisto.

Un esempio è quello del brand di moda Spring, che attraverso un bot offre un vero e proprio “Shopping Assistant”. Per prima cosa chiede all’utente cosa sta cercando, poi definisce le proposte e conclude la vendita senza uscire mai dall’applicazione.

Integrare nel bot la possibilità di processare pagamenti farà la differenza nell’aumentare il rate di vendita.

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  • Ospitano servizi specializzati

Molte aziende non si limitano a proporre un’app specifica per la fruizione del loro servizio, ma  sfruttano anche le possibilità offerte dai Messenger Bot, che ne ampliano quindi il raggio di azione. In questi casi la navigazione deve essere semplice e chiara, offrendo menu e indicazioni che aiutino il processo di utilizzo del servizio.

Di questo tipo è il chatbot HP Print Bot utilizzato da HP, che permette all’utente di stampare foto, documenti e file da una stampante connessa.

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  • Diventano canali di intrattenimento

Un altro uso che si può fare dei Messenger Bot è quello di intrattenere l’utente: può divenire un canale privilegiato per inviare contenuto personalizzato e fortemente coinvolgente. In questo modo all’utente viene offerto un contenuto extra rispetto a quello accessibile a tutti sulla pagina aziendale. Un tale esempio di bot aiuta a costruire la brand awareness dell’azienda e spinge ad una crescente fidelizzazione dell’utente, che sapendo di trovare contenuto particolare tornerà e condividerà l’esperienza con i suoi contatti.

Un caso del genere viene dalla Disney stessa, che ad esempio offre un bot che permette all’utente di “conversare direttamente con un personaggio”. Qui è infatti possibile chattare con Miss Piggy, uno dei più famosi personaggi dei Muppets!

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Prestare la giusta attenzione alle novità offerte dai social media ci permetterà di non perdere alcuna occasione per proporre al cliente contenuti sempre nuovi, offrire una più accurata forma di assistenza e sfruttare nuove possibilità di vendita. In un mercato dove la competizione è sempre più alta, presidiare al meglio ogni canale farà la differenza, il che significa anche saper andare al di là dell’utilizzo classico del mezzo per trovare nuove strategie creative.

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Facebook Login: 4 semplici mosse per impostarlo perfettamente

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Quante volte ci siamo trovati di fronte a una pagina di accesso come questa?

Ogni volta che dobbiamo fare il login su un nuovo sito o accedere a un nuovo servizio, ci viene chiesto di registrarci e sempre più di frequente ci viene offerta la possibilità di completare la registrazione passando per l’autenticazione di Facebook o altri social network.

Dal lato degli utenti, è stato analizzato come 4 persone su 5 non scelgano di accedere attraverso i tradizionali form di iscrizione e il 73% di questi preferisca effettuare il login con un suo account di social media. Non c’è solo Facebook, infatti, ma il più delle volte troviamo anche altri social tra le opzioni disponibili: agli inizi del 2015 Facebook era il canale scelto dal 61% degli utenti, seguito da Google+, Twitter e LinkedIn.

Il perché di questa preferenza da parte di chi deve fornire i propri dati è semplice da ipotizzare: si tratta di un accesso molto più rapido, che non richiede di impostare, e quindi di ricordare, una nuova password. Allo stesso tempo però, sono molti gli utenti che diffidano di questa modalità di registrazione, mossi da un certo sospetto con cui guardano al ruolo dei social network nella vita di tutti i giorni.

Quello che vorremmo indagare è un altro aspetto della questione, non meno importante, ovvero perché alle aziende convenga che l’utente acceda al proprio sito tramite social login piuttosto che lasciando l’indirizzo mail. Il dibattito nella comunità digital è aperto: non tutti si trovano d’accordo sull’utilizzo di questo sistema. Mailchimp ha ad esempio pubblicato un interessante articolo a riguardo, in cui spiega il suo disaccordo nell’utilizzare il social login.

Nonostante questo, ci sono molti vantaggi che le aziende possono scegliere di sfruttare dall’utilizzo di questa tecnologia: vediamo ora quali sono e come impostare il Facebook login.

Facebook Login: 4 semplici mosse per impostarlo perfettamente

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Abbiamo più volte documentato la rilevanza che i social network hanno progressivamente acquisito nella quotidianità della vita di tutti noi e cosa ne consegua per chi lavora nel digital marketing contemporaneo.

In “Facebook e Google: 4 nuove funzioni che devi assolutamente conoscere” abbiamo scritto:

La continua crescita a cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha portato Facebook ad essere il social network più frequentato dagli utenti di tutto il mondo, con un volume di 1,7 milioni di utenti attivi ogni giorno. Più questo numero cresce, più la piattaforma si evolve e da canale per mantenersi in contatto con amici e conoscenti, ad oggi è un vero e proprio strumento essenziale per la promozione di attività ed eventi, per svolgere ricerche, per girare video e fare live-streaming.

Canali come questo sono ormai chiave in ogni strategia di marketing, ma soprattutto aprono ogni giorno di più a nuove possibilità non solo di promozione, ma anche di raccolta dati e di profilazione dell’utente target.

Tra le diverse funzioni che rispondono a questa attività di raccolta informazioni, il login attraverso i social è sicuramente una delle più efficaci. Prendendo ad esempio il canale più utilizzato, Facebook, possiamo indagare come raccogliere più dati sulle caratteristiche demografiche del nostro pubblico e quindi come targettizzare più efficientemente gli utenti che visitano il nostro sito.


  • Scegli quale dato raccogliere

Attraverso il Facebook Login è possibile raccogliere diversi tipi di informazione: puntare su una  raccolta generica può non rivelarsi però una scelta vincente, perché ogni campo dati richiesto può incidere negativamente sul tasso di iscrizione.

Possiamo dunque scegliere di raccogliere quei dati che sono più utili ai sensi della profilazione dei nostri utenti, come indirizzo mail, dati del profilo pubblico, lista di amici e pagine a cui è stato messo il like.

In questo modo potremo collezionare informazioni riguardanti età, genere, lingua parlata dagli utenti, ma anche quali sono i loro interessi e le loro preferenze.

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  • Imposta la Login App

Per impostare l’applicazione Facebook che permetta il login è necessario avere un account Facebook Developer.

Per creare l’app una volta registrati è sufficiente seguire le istruzioni fornite da Facebook: ci chiederà di scegliere il nome dell’app e una categoria di riferimento per il nostro sito; dovremo aggiungere il link alle condizioni di utilizzo e alla privacy policy che abbiamo già impostato sul sito. Una volta completato questo passaggio dovremo semplicemente scegliere la piattaforma sulla quale vogliamo impostare il login e aggiungere l’URL del nostro sito.

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  • Richiedi l’approvazione di Facebook

Il passaggio successivo ci impone di richiedere l’approvazione da parte di Facebook sulle informazioni che vogliamo raccogliere: la app che abbiamo impostato chiede ai visitatori l’accesso a informazioni private contenute nel loro profilo, e prima che possa essere utilizzato ufficialmente, Facebook vuole controllare che non ci siano problemi.

Ci verrà dunque chiesto di descrivere quali informazioni cerchiamo, come le vogliamo ottenere e che uso ne faremo.


  • Aggiungi la Login App al sito

Il modo più semplice per inserire il Facebook login è attraverso l’integrazione del bottone ufficiale di Facebook nel sito.

Cliccando nella pagina di impostazioni del login possiamo personalizzare l’aspetto grafico del pulsante, definire la lingua e modificarne il codice. Il setting impostato di default chiede all’utente il permesso di accedere alle informazioni base, se abbiamo deciso di puntare ad altri dati dobbiamo ricordarci di cambiare le impostazioni.

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Il social login è uno strumento molto utile soprattutto per siti di e-commerce: in questi casi, una delle maggiori criticità è far superare agli utenti lo step del sign-in. Molto spesso chi naviga su un sito desiste dal procedere perché non vuole imbarcarsi in un processo di registrazione che percepisce come lento e alle volte troppo invasivo, e la raccolta dati sugli utenti non è ottimizzata al meglio o ancor più grave, fallisce quando l’indirizzo mail dell’utente non è corretto o è quello utilizzato solo per le registrazioni.

Per chi gestisce un e-commerce, ma più in generale un sito di qualunque tipo, assicurarsi che l’utente porti a termine la registrazione, raccogliendo informazioni utili alla profilazione è fondamentale. Se il bottone sarà ben integrato anche dal punto di vista grafico con il nostro sito, supereremo anche le resistenze di quegli utenti che possono percepire il Facebook login come un’ingerenza del social su un’attività di acquisto che altrimenti non lo riguarderebbe.

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Seasonal Marketing: a Natale siamo tutti più bravi

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D’accordo, l’abbiamo capito: è quasi Natale. Se i più distratti se ne accorgono sempre all’ultimo secondo e si vedono costretti alle corse al regalo, i più avranno certamente notato che ogni anno sembra non essere mai troppo presto per iniziare a esporre luminarie e festoni.

Come sempre, i primi a ricordarci l’arrivo delle feste sono aziende e commercianti, che sperano di raccogliere il più possibile da un’occasione tanto fertile: allora ecco che le pubblicità si fanno insistenti e renne e pupazzi di Natale compaiono su ogni schermo.

Da un punto di vista più tecnico, possiamo notare come le performance di un sito in termini di traffico generato seguono sempre delle fluttuazioni cicliche. La domanda rispetto al prodotto o servizio offerto segue una certa stagionalità, business B2B ad esempio, vedono solitamente un calo nella crescita durante il mese di Dicembre, dove l’attenzione è catalizzata da aziende B2C che si contendono i clienti.

Per questo motivo, ci sembra appropriato trattare ora il tema del Seasonal Marketing, che consiste nell’aggiustare e adeguare le campagne marketing impostate per raccogliere ogni opportunità di promozione e generazione di traffico offerta dagli eventi chiave di ciascuna stagione.

Prendere in considerazione questo aspetto del marketing significa tenere uno sguardo attento sul nostro calendario, identificare occasioni appropriate e sfruttarle a nostro favore. L’obiettivo è far crescere l’interesse per il nostro prodotto o servizio e massimizzarne il ritorno.

Il periodo natalizio è sicuramente il caso più indicativo di cosa possa significare adottare tattiche di Seasonal Marketing. In questo periodo il volume dei possibili clienti aumenta esponenzialmente e gli utenti si muovono con una mentalità diversa, più aperta all’acquisto e quindi ricettiva verso messaggi e strategie promozionali. Per incontrare questa nuova mentalità e per restare competitivi sul mercato, molti brand scelgono quindi di ridefinire il loro messaggio e il loro contenuto. Ecco una guida in 5 punti su come sfruttare al meglio questo strumento di marketing.

Seasonal Marketing: a Natale siamo tutti più bravi

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[Un esempio di seasonal marketing calendar per il mercato americano del 2016]

Strategie di questo genere non si adattano esclusivamente ad aziende B2C che offrono un prodotto ben definito, ma anche a business che propongono servizi o che sono orientate al B2B: l’importante è saper identificare le migliori occasioni stagionali rispetto al proprio mercato di riferimento. Per fare un chiaro esempio pensiamo a un’azienda come Spotify, che offre un servizio di streaming di musica: in questo caso saper sfruttare le occasioni in calendario si traduce in una proposta di playlist selezionate o nella più recente campagne “A Year in Music”, che permette agli utenti di ritrovare le canzoni che hanno più ascoltato nell’arco dell’anno.

Per quanto l’efficacia di campagne orientate al Seasonal Marketing sia comprovata, pianificare una  strategia del genere che risulti efficace richiede tempo e una buona organizzazione, e spesso le piccole aziende non riescono a sfruttarle quanto potrebbero. Ecco 5 passi per non restare indietro.

  • Scegli l’occasione perfetta per la stagione

Le vere potenzialità del Seasonal Marketing non stanno solo nel far fruttare un evento o festa in calendario, ma nell’utilizzare questi ultimi come trampolini di lancio per una strategia più ampia. Si tratta di occasioni fondamentali per avvicinarsi alla propria audience, coinvolgerla con maggior decisione, far crescere l’engagement: su queste basi potremo poi creare altre campagne che raccolgano questa crescita e che la ottimizzino in funzione della conversione.

Prima di impostare ogni strategia è sempre necessario indagare su gusti, abitudini e desideri della nostra audience. Questa fase sarà fondamentale anche per comprendere su quali dei diversi eventi stagionali a nostra disposizione ci conviene puntare, o se ci sono occasioni particolarmente sentite dal nostro pubblico.


  • Definisci il messaggio della campagna

Una campagna stagionale punta sulla temporaneità del messaggio e per ottimizzarne al meglio gli effetti dobbiamo assicurarci di veicolarlo attraverso quanti più canali abbiamo a disposizione. Questo non significa che il contenuto proposto debba essere lo stesso per il sito o i diversi social: come abbiamo scritto in più occasioni, ogni social network ha dinamiche specifiche e richiede differenti modalità di comunicazione.

Il messaggio che lanciamo in queste occasioni deve puntare sull’emotività: in questo modo, puntando sulla rievocazione di emozioni comunemente legate al momento o alla ricorrenza festiva specifica, faremo in modo che l’utente che ci legge ci percepisca come intimamente connessi a lui e a quello che sta vivendo. Dobbiamo inserirci nel racconto di una storia, del percorso che il nostro cliente sta vivendo e dobbiamo mostrarci come partecipi e coinvolti.

La pubblicità di Natale di John Lewis è ogni anno tra le più attese del pubblico inglese. Quest’ultima conta quasi 23 milioni di visualizzazioni ed è ormai uno dei loro principali strumenti di generazione traffico.


  • Pianifica

Un approccio di Seasonal Marketing non può essere adottato senza una buona pianificazione: la tempestività è fondamentale. Questo significa non solo selezionare bene le occasioni in calendario che vogliamo sfruttare e pianificare in anticipo le diverse campagne, ma anche definire con un buon anticipo ogni fase di sviluppo e attuazione della campagne stesse.

Non basta gridare al Natale per richiamare clienti e far crescere le condivisioni: le feste sono ricorsive, i consumatori sono esposti ogni anno a un’infinita quantità di promozioni che puntano sugli stessi temi. Per essere originali, per distinguersi, occorre dedicare tempo e energie.

Quest’anno H&M ha scelto una pubblicità dall’evidente alto valore di produzione, con un regista importante, Wes Anderson, un attore molto popolare, Adrien Brody.


  • Organizza tutti i tuoi canali

Impostando una strategia di Seasonal Marketing, soprattutto quando si punta specialmente a pochi eventi importanti nel corso dell’anno, dobbiamo allineare tutte le piattaforme marketing a nostra disposizione: social, email, blog, SEO. In questo modo la strategia risulterà coesa e il flusso di contenuti veicolati otterrà migliori risultati.

Un buon esempio è stata la campagna della catena di supermercati inglesi Budgens, che ha saputo sfruttare al meglio ogni canale social, sempre in funzione del Natale. Hanno scelto di privilegiare Twitter e Instagram per far parlare la mascotte #BuddieThePug creata apposta per l’occasione che ha generato un alto volume di coinvolgimento da parte dei clienti e degli utenti dei social.

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  • Monitora i tuoi risultati

Come sempre, questo aspetto è essenziale. Tenere sotto controllo gli analytics è fondamentale per comprendere se la strategia scelta sia vincente e dove sia invece necessario intervenire.

Dobbiamo chiederci qual è la fonte di traffico più significativa, quali pagine ottengono il miglior bounce rate e quali convertono meglio.

Una volta terminata la campagna, raccogliere un report esaustivo ci permetterà di costruire un buon terreno su cui partire per impostare le nostre strategie dell’anno successivo: sapremo su che canale puntare e quali temi otterranno le performances migliori. Allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a non ripeterci, non possiamo proporre ogni anno lo stesso contenuto.


Ogni anno si presentano occasioni importanti per lanciare campagne mirate e che solitamente risultano di grande impatto anche sui mesi successivi. Saper sfruttare questi momenti e raccogliere il massimo che hanno da offrire in termini di generazione di traffico, engagement e lead generation richiede un’accurata pianificazione, che segua i principi del Seasonal Marketing.

Pinterest for business: 5 consigli utili

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Nella sezione Social Media Optimization di questo blog abbiamo cercato di coprire una vasta gamma di argomenti che possano trattare le diverse possibilità per le aziende di affacciarsi al mondo dei social media e di sfruttare così nuove occasioni di promozione e lead generation. Con questo intento è molto comune prendere in considerazione canali maggiormente frequentati come Facebook, LinkedIn o Twitter e non prestare la giusta attenzione ad altre piattaforme più giovani ma in costante crescita.

Tra queste, sicuramente possiamo annoverare anche Pinterest, un canale in continua evoluzione e sempre più aperto alle aziende.

Secondo recenti analisi, Pinterest conta circa 100 milioni di utenti attivi, di cui l’85% risulta essere pubblico femminile. Stando alle dichiarazioni nel loro blog interno, ciò che distingue questo social può essere descritto così:

That’s what Pinterest’s idea search is all about: helping you find the right ideas for you. Just type in “kid party ideas” and find your way to the perfect theme, invite, favors, decorations and cake. Every month, people do more than 2 billion searches on Pinterest to find ideas that match their own unique tastes and circumstances.

Nella sua proposta, Pinterest cerca di differenziarsi proprio nelle modalità di ricerca. Come abbiamo già notato nell’articolo “Facebook e Google: 4 nuove funzioni che devi assolutamente conoscere” Facebook, ad esempio, sta spingendo sempre di più per affinare una barra di ricerca che risponda alle specifiche domande degli utenti come fa già quella di Google. Dal canto suo Pinterest risponde puntando su una ricerca basata sulle idee e sull’offrire un’ampia gamma di risposte generali e indicative, dove quindi l’utente non fa domande dirette come ad esempio “servizio/location per festa di bambini” ma cerca ispirazioni, come “idee per festa di bambini”.

Per ottenere un tale risultato, Pinterest ha costruito un enorme catalog di idee, ma la vera innovazione sta nel suo puntare sulle persone che frequentano il social quotidianamente, più che su robot e algoritmi che selezionino le proposte. Tra i feed che ogni utente riceve, vige il principio fondamentale del “la persona a cui piace X, apprezza anche Y” e il catalogo viene costantemente ampliato da ciò che gli utenti stessi vanno a pinnare ogni giorno.

Vediamo come queste particolari caratteristiche si prestano anche a sostenere l’attività di marketing di un’azienda.

Pinterest for business: 5 consigli utili

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Quando si pensa ai social media più utili per sostenere il nostro business, spesso dimentichiamo di considerare Pinterest, ma si tratta proprio di un’opportunità mancata, soprattutto se la nostra azienda è B2C e principalmente offre un prodotto, non un servizio.

Perché un’azienda dovrebbe scegliere Pinterest

Presidiare anche questo canale può essere, infatti, un’occasione per mostrare il nostro prodotto soprattutto a chi ancora non ci conosce, particolarmente adatto quindi anche ad un brand molto giovane. 

Gli utenti di questo social lo sfruttano per cercare o salvare oggetti che desiderano acquistare, entrando a far parte di quel processo di social buying: secondo Pinterest l’87% degli utenti ha acquistato un prodotto grazie a questo social e il 93% lo ha utilizzato per pianificare un acquisto futuro. È indubbio dunque che si tratti di una vetrina indispensabile per chi voglia mostrare il proprio prodotto ad una larga audience, già preselezionata e targettizzata in base alle preferenze già espresse. In questo senso, i dati dimostrano anche che Pinterest è un ottimo strumento per aumentare il traffico che conduce al sito.

A questo punto non c’è da esitare, dobbiamo subito attivare un account business per il nostro brand: utilizzare solo un account personale non ci permetterà di avere accesso agli analytics e a tante altre funzioni pensate apposta per le aziende.

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5 consigli per ottimizzare la nostra presenza su Pinterest

  • Rendi il tuo brand visibile su Pinterest

Per assicurarci di essere accessibili alla più larga audience possibile, dobbiamo includere il nome del nostro brand e l’indirizzo del nostro sito in tutte le sezioni del social.

Quando pinniamo un’immagine, possiamo aggiungere una descrizione: se i pin provengono dal nostro sito, è bene proporre una descrizione accurata, in cui citiamo il nome del nostro marchio e keyword che ci aiuteranno a comparire nelle ricerche interne.


  • Fai sì che il tuo sito sia Pinterest-friendly

Per facilitare la condivisione del nostro contenuto su Pinterest, dobbiamo far sì che il nostro sito sia facilmente aperto alla condivisione per gli utenti di questo social. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo innanzitutto aggiungere il bottone Save o Pin It, così sarà più facile salvare le immagini dei nostri prodotti o idee.

Il nostro sito deve inoltre comprendere un bottone Follow e deve dare la possibilità di sfruttare i Pin Dettagliati (Rich Pin), ovvero Pin che contengono informazioni supplementari. Pinterest offre 6 diversi tipi di Pin dettagliati e possiamo scegliere quello che più si adatta al nostro prodotto.

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  • Ottimizza la forma del contenuto

Per far sì che il nostro prodotto venga condiviso il più possibile, dobbiamo assicurarci che il contenuto che proponiamo sia adatto a questo canale: originale, curato e con una grande enfasi sulla qualità delle immagini. Pinterest è un medium essenzialmente visivo e il contenuto deve essere proposto in maniera sempre visivamente accattivante.

Dobbiamo anche acquisire consapevolezza su come Pinterest verrà fruito dagli utenti e di come si presenta strutturalmente: gli utenti accederanno principalmente da mobile, dove il feed è organizzato con immagini che scorrono in colonna. Saremo quindi più efficaci se proporremo immagini verticali, in alta qualità e quanto più possibile lunghe, che saranno più evidenti all’interno del feed.

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  • Studia le categorie di Pinterest

Come abbiamo detto, generalmente gli utenti su Pinterest ricercano idee o ispirazioni, e anche quando cercano un prodotto specifico, ad esempio “orecchini”, non entreranno molto nel dettaglio nel fornire termini di ricerca, limitandosi per lo più a descrivere il prodotto e non a cercare uno specifico brand.

Pinterest ha dunque definito alcune categorie generiche, tra le più utilizzate troviamo home decor, food and drink, matrimoni, DIY e ricette. Dobbiamo quindi capire quale categoria sia più appropriata per il nostro business e categorizzare ogni Board che creiamo per mostrare il nostro prodotto: in questo modo sarà certamente più semplice per gli utenti rintracciare i nostri contenuti.

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  • Punta su contenuto educativo

Su Pinterest si cerca l’ispirazione, si cercano idee: gli utenti vogliono scoprire nuovi modi per svolgere le loro attività preferite e noi possiamo sfruttare questa occasione per mostrarci come esperti nel nostro settore.

Se il nostro business offre un servizio, potremo quindi puntare su tutorials, articoli educativi in cui mostriamo le nostre competenze, o sfruttare la componente visiva di infografiche accattivanti. Se invece vendiamo un prodotto specifico, possiamo cercare un modo per metterlo in mostra in contesti originali, che forniscano all’utente un’idea nuova sull’utilizzo che potrebbero farne.


Che i social media siano un terreno estremamente fertile per ogni azienda che dedichi gran parte dei suoi sforzi di promozione al digital marketing, è ormai un dato assodato. Se vogliamo cogliere appieno le possibilità offerte dai social contemporanei, dobbiamo assicurarci di presidiarli tutti al meglio, soprattutto quelli che hanno un potenziale in costante crescita per le aziende.

Come sempre, controllare costantemente gli analytics offerti dai diversi canali è un passaggio fondamentale per assicurarci che la nostra strategia stia funzionando e anche il caso di Pinterest non è diverso.

Se hai bisogno di una audit più specifico e di un’analisi sulle tue attività di social media marketing compila questo form.

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Twitter Insights: 4 analytics da tenere sempre sotto controllo

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Abbiamo sempre cercato di coprire le più svariate tematiche che compongono il complesso mondo del digital marketing contemporaneo: ci occupiamo di strategie SEO, di e-commerce, di analytics e metriche da monitorare e, ovviamente, di social media.

Il rapporto tra tutti questi elementi è forse l’aspetto più interessante di questo territorio in costante evoluzione, in particolare quello che intercorre tra SEO e social media.

Al giorno d’oggi possiamo dire con sicurezza che non si può strutturare una strategia SEO, non solo senza curare la qualità del contenuto che produciamo, ma anche senza ottimizzare al meglio la condivisione di quest’ultimo sui social.

La SEO e il social media marketing sono divenute attività strettamente connesse a beneficio delle aziende. Possiamo infatti affermare che anche se i social media signals non influenzano direttamente il ranking di un sito, la SEO non raggiungerà la sua massima efficacia se non sfrutterà al meglio i canali social.

Prendendo consapevolezza dell’importanza di questa dinamica duale, abbiamo più volte stabilito quanto sia essenziale monitorare gli insights che possiamo ricavare dalle nostre campagne sui social media.

In “Social insights: le 7 più importanti metriche da monitorare” abbiamo precisato:

I social media insights sono statistiche e dati che ci forniscono informazioni sulle nostre performance nel presidiare i diversi canali. Per sapere che risultato dobbiamo andare a controllare, dobbiamo prima chiederci quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere presenziando ogni piattaforma. Da un lato, si richiede il supporto di dati precisi nella fase di definizione dei nostri obiettivi; dall’altro, in base a questi ultimi dovremo controllare metriche differenti: se puntiamo alla condivisione vorremo tenere d’occhio dati diversi che se puntassimo all’email sign-up o al CTR.

In quest’ottica non dobbiamo limitarci a monitorare i dati forniti da Facebook solo perché è lo strumento di social media marketing più popolare: anche Twitter può fornirci importanti insights, bisogna solo sapere dove andare a cercare.

Twitter Insights: 4 analytics da tenere sempre sotto controllo

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Nonostante già nei primi mesi del 2016 si sia iniziato a parlare di una grande crisi in casa Twitter, portando addirittura il New Yorker a titolare “The End of Twitter”, oggi questo social network può vantare 317 milioni di utenti e 100 milioni di utenti attivi giornalieri e rimane una delle piattaforme più utili per creare conversazione con i nostri follower, condividere contenuto, fare brand awareness e curare tanti altri aspetti essenziali per la crescita del nostro brand.

Tenere sotto controllo gli insights offerti da Twitter ci aiuterà quindi a prendere decisioni più precise in merito alle nostre campagne e più in generale ci aiuterà ad orientare con maggior precisione le nostre strategie verso gli obiettivi che ci siamo prefissati. Come Twitter stesso ci dice:

Analyze your Tweets and understand your followers

Every word, photo, video, and follower can have an impact.

Ogni account è completo di una pagina dedicata agli analytics. I primi dati a cui abbiamo accesso forniscono un’overview generale delle nostre performance durante gli ultimi 28 giorni.

Entrando invece nel dettaglio delle informazioni offerte, ecco 4 dati da monitorare.

  • La crescita della nostra audience

Sembrerà banale, ma non possiamo mai leggere questo dato con superficialità: il numero dei nostri followers non corrisponde ad una conta dei nostri clienti o di lead, ma si tratta comunque di un dato fondamentale. Il numero di persone che ha scelto di seguirci su Twitter corrisponde ad un bacino di utenti che ha mostrato interesse verso il nostro prodotto e che sarà il primo e più importante interlocutore rispetto al contenuto che proporremo. Se i nostri follower sono in crescita, significa che le nostre attività sulla piattaforma pagano e l’interazione con la nostra proposta potrà crescere.

Allo stesso tempo è importante notare come un alto numero di follower costituisca una prova sociale (social proof), che ci farà guadagnare in termini di autorevolezza e influenza sul mercato a ci facciamo riferimento.

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  • Le caratteristiche della nostra audience

Certo avremo speso grande impegno nel targettizzare la nostra audience, ma controllando costantemente gli analytics sapremo se abbiamo preso la strada giusta o se servono correzioni.

Se saremo stati bravi a definire la nostra buyer persona, le caratteristiche chiave della nostra audience che emergeranno da queste analisi incontreranno quelle che abbiamo immaginato.

In caso contrario dovremo aggiustare la nostra strategia: potremmo quindi seguire personalità popolari tra i campi interessati dal nostro follower ideale e cambiare il nostro piano editoriale per produrre content più allineato con il profilo che cerchiamo di attirare.

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  • La nostra visibilità

Misurare la propria awareness tramite impressioni, engagement rate e coinvolgimento degli utenti deve essere un’attività costante. 

  • Impressioni

Le impressioni sono il numero di persone che possono vedere direttamente i nostri aggiornamenti all’interno della loro timeline, come risultato di ricerca o dal nostro profilo.

Spesso strumenti pensati per la reportistica sui social inseriscono il numero complessivo di follower nella misurazione delle impressioni generate, fornendo quindi un dato che non rispecchia la situazione reale di un profilo. Gli analytics proposti internamente da Twitter non commettono questo errore.

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  • Reach

Il reach di un post si calcola dal numero di persone che l’ha visualizzato, diviso per il numero di persone che invece potrebbe vederlo, espresso in percentuale.

Possiamo dunque calcolarlo come numero di Impressioni / numero di follower totali x 100.

  • Engagement

Per engagement si ritiene il numero di interazioni e click generati da ogni post. Questo calcolo comprende quindi ogni azione compiuta rispetto ad un tweet: click, condivisioni, visualizzazioni di video, commenti, repliche, like, click su hashtag e link.

Conoscere il nostro engagement rate è un primo passo fondamentale, ma sarà vano se non saremo in grado di dirigere questo traffico verso il nostro sito o e-commerce. Una volta che avremo una definizione precisa delle caratteristiche della nostra audience e delle modalità con cui questa sceglie di interagire con noi, potremo sfruttare meglio la nostra base di follower per fare anche lead generation.

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  • La qualità del content

Analizzare le performance dei nostri tweet ci permetterà di individuare il contenuto che è in grado di generare un volume di traffico maggiore tra la nostra audience.

Twitter non solo offre una visione d’insieme dei risultati ottenuti dai nostri tweet, ma anche un breakdown dei singoli post e dell’engagement che hanno generato.

La nostra strategia di social media marketing non può fossilizzarsi sul programma che abbiamo impostato, seppur molto accuratamente: dobbiamo sempre rispondere con prontezza alle indicazioni forniteci dai nostri follower e cogliere ogni occasione per valorizzare il content che viene più apprezzato.

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Twitter non è generalmente considerato uno strumento particolarmente efficace per fare lead generation quanto invece per creare traffico e alimentare la conversazione sul prodotto o servizio offerto da un brand. Quelli che abbiamo descritto sono insights che ci aiutano a tenere traccia delle performance ottenute dai nostri tweet: si tratta di dati estremamente importanti per impostare una strategia che generi condivisione, che ci faccia acquisire autorevolezza e che poi possa aiutare il CTR verso il nostro sito.

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