
Spesso i marketer hanno difficoltà a definire una particolare metrica come potrebbe essere il bounce rate, spesso confuso con l’ exit rate o con altri criteri poi di fatto non pertinenti. Proprio per questo, in questa breve guida ti aiuteremo a fare chiarezza a diventare un esperto di bounce rate.
Innanzitutto, per chi è alle prima armi, spieghiamo cos’è il bounce rate o semplicemente frequenza di rimbalzo.
Che cos’è il Bounce Rate
La frequenza di rimbalzo è quella percentuale che indica il numero di visitatori che hanno abbandonato la pagina senza proseguire nella navigazione. Corrisponde alla quantità di utenti che abbandonano una pagina di un sito senza interessarsi delle altre. Il rimbalzo, infatti, corrisponde alla sessione di una pagina sola, in virtù della quale viene attivata una sola richiesta. Non bisogna pensare, comunque, che un’ elevata frequenza di rimbalzo sia sempre un segnale negativo per il sito.
Nello specifico, tale valore serve per capire quante sessioni, una volta giunte sul sito, si limitano a visitare una pagina sola: il bounce rate non tiene conto del tempo in cui si rimane sulla stessa pagina. Questo vuol dire che, ai fini della misurazione della frequenza di rimbalzo, un utente che rimane sulla stessa pagina di un sito per dieci secondi e poi lo abbandona vale come un utente che rimane sulla stessa pagina di un sito per un quarto d’ora. La percentuale viene calcolata da Google Analytics ma può essere misurata anche da altre piattaforme di analisi e statistiche.
Come viene calcolato il Bounce Rate in Google Analytics?
Google analytics è lo strumento indispensabile per elaborare ed interpretare al meglio i dati di un sito web. Questo strumento, totalmente gratuito, permette infatti di analizzare i dati del proprio sito web riuscendo a testare la salute e le performance dello stesso e, più in generale, l’efficacia della strategia digitale adottata. Strumento indispensabile per capire cosa sta andando nel verso giusto e cosa c’è da migliorare, Google analytics permette di avere una panoramica sul traffico che sta generando il sito. Le visite generate vengono suddivise in:
- Organic search (ricerca organica).
- Social (visite provenienti dai vari social network associati alla pagina).
- Referral.
- Ricerca diretta (utenti che inseriscono nel browser di navigazione direttamente l’url del sito web).
Sapere da dove provengono le visite è un fattore molto importante per capire cosa sta realmente funzionando e cosa deve essere migliorato.
Per calcolare la frequenza di rimbalzo in Google Analytics devi ricordare due cose chiave:
1. un rimbalzo in Google Analytics è una sessione a una pagina singola su un sito web;
2. la frequenza di rimbalzo per una pagina si basa solo sulle sessioni che iniziano con quella pagina
Cosa significa nella pratica?
Facciamo un esempio con 3 sessioni.
Immagina che ci siano state tre sessioni utente sul tuo sito web. Durante queste sessioni, le seguenti pagine sono state visualizzate in questo ordine:
- Sessione Uno: Pagina A > Pagina B > Pagina C > uscita
- Sessione Due : Pagina B > Pagina A > Pagina C > uscita
- Sessione Tre: Pagina A > uscita
Bounce Rate pagina A = 50%
Bounce Rate pagina B = 0%
Bounce Rate pagina C = 0%
Perché? Potresti pensare che la frequenza di rimbalzo della Pagina A sia del 33% perché la pagina è stata visualizzata tre volte e l’utente è uscito dal sito solo dopo aver visualizzato la pagina A. È un malinteso tipico, ma stata logica è in realtà la definizione di “tasso di uscita“.
Allo stesso modo, potresti essere tentato di pensare che la frequenza di rimbalzo della Pagina C sia del 100%, poiché tutte le sessioni che hanno incluso la Pagina C come parte del loro percorso sono state immediatamente seguite da un’uscita. Tuttavia, solo le pagine che iniziano una sessione sono incluse in questi calcoli.
Facciamo un altro esempio con 5 sessioni:
- Pagina B > Pagina A> Pagina C> uscita
- Pagina B > uscita
- Pagina A > Pagina C > Pagina B > uscita
- Pagina C > uscita
- Pagina B> Pagina C> Pagina A> uscita
La frequenza di rimbalzo della pagina C è del 100%. È stata visitato quattro volte, tuttavia, solo una sessione è iniziata con essa. È, quindi, l’unica conteggiata da Google Analytics nei suoi calcoli della frequenza di rimbalzo.
Cos’è un Exit in Google Analytics?
In poche parole, un’uscita è quando un utente esce dal sito in un modo o nell’altro.
Ciò significa che, se uno degli obiettivi del tuo sito è di portare gli utenti a cliccare su un rivenditore di terze parti dopo aver visitato la pagina di un prodotto, gli utenti dovranno uscire dal sito per essere conteggiati come una conversione.
In questo caso particolare, in teoria potresti avere contemporaneamente pagine con una frequenza di rimbalzo del 100% e una percentuale di conversione del 100%. Ma ridurre il numero di sessioni a pagina singola sul tuo sito è davvero il tuo obiettivo?
In caso contrario, potresti prendere in considerazione un KPI diverso per la tua attività. Per gli esperti di marketing SEO, spesso è l’indicatore KPI “go-to” quando si riferiscono sulle prestazioni, ma altri indicatori – come il tasso di uscita – potrebbero adattarsi meglio a seconda degli obiettivi del tuo sito web.
Come dovremmo utilizzare la frequenza di rimbalzo e la frequenza di uscita per un reporting efficiente?
1. Bounce Rate a livello di sito
“A livello di sito” – il calcolo generalmente presente nella dashboard di Google Analytics – la frequenza di rimbalzo indica solo la percentuale di sessioni a una pagina singola rispetto alle sessioni complessive.
A causa delle sue impostazioni predefinite, Google Analytics può essere fuorviante in quanto indicherà una percentuale decrescente con una freccia verde, suggerendo che è “buona”, mentre qualsiasi rialzo è contrassegnato in rosso e percepito come “non buono”. Tuttavia, avere una frequenza di rimbalzo più alta può essere una buona cosa, può darsi che l’utente habbia necessità di visitare solo una pagina per trovare le informazioni di cui ha bisogno. Ciò dipende interamente dal tipo di sito su cui stai facendo l’analisi e dal contenuto che offre (e-commerce, blog, informazioni o altro).
Le variazioni della frequenza di rimbalzo a livello di sito web non devono essere utilizzate per valutare le prestazioni del sito stesso, ma piuttosto per notificare una modifica che richiede ulteriori indagini.
2. Bounce Rate a livello di pagina
Se la frequenza di rimbalzo aumenta per una determinata pagina, è importante valutare il tipo di pagina per capire se la il cambiamento è positivo o negativo.
Facciamo alcuni esempi:
- homepage: un aumento della frequenza di rimbalzo è generalmente negativa e significa che pochi utenti vogliono visitare il tuo sito oltre la homepage.
- contenuto/articolo: un aumento della frequenza di rimbalzo potrebbe significare che gli utenti hanno trovato le informazioni di cui hanno bisogno. In questo caso, la frequenza di rimbalzo da sola non può essere utilizzata per determinare una variazione positiva o negativa.
- pagina prodotto: un aumento del bounce rate sulle pagine con funzionalità di e-commerce deve essere analizzato insieme alle recenti modifiche del template del sito per garantire che l’esperienza dell’utente non influisca negativamente sull’esperienza di acquisto.
3. Exit Rate a livello di sito
A livello di sito, l’exit rate non fornisce dati molto significativi poiché gli utenti dovranno sempre uscire da un sito da una delle sue pagine, a un certo punto.
Google Analytics fornisce ancora questo tipo di dati nella scheda “Comportamento“, ma non è consigliabile utilizzare queste informazioni per fare un report delle performance web.
La percentuale di uscita a livello di sito non può essere che del 100%. Tuttavia, tieni presente che Google Analytics calcola una media di exit page per tutte le pagine del sito al fine di ottenere una “media del sito”.
4. Exit Rate a livello di pagina
Qui è dove il tasso di uscita acquista senso. Se hai una user journey ideale per il tuo sito, l’ exit rate può aiutarti a identificare i cambiamenti nel comportamento degli utenti. Da qui, è possibile modificare i template delle pagine per portare gli utenti da un punto all’altro – utilizzando più pagine e monitorando dove gli utenti escono – e quindi terminare il percorso.
Ora che hai imparato la differenza tra frequenza di rimbalzo e frequenza di uscita potrai utilizzarli in modo efficace nei tuoi rapporti. Accedi a Google Analytics e inizia a scoprire cosa significano realmente queste statistiche per il tuo sito.
Hai bisogno di supporto per le tue attività di Analytics? Richiedi 1 ora di consulenza gratuita
Fonti: Google Analytics, Search Engine Watch,